La Rete Museale “Valdarno di Sotto”, di cui fanno parte i musei Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli Valdarno, S. Miniato e S. Maria a Monte, è stata costituita nel 2007, con il sostegno della Regione Toscana e la Provincia di Pisa, allo scopo di coordinare e integrare le attività per rendere più efficace e incisiva la funzione di educazione, sensibilizzazione e valorizzazione del patrimonio archeologico, storico-artistico e naturalistico delle comunità di riferimento e dei visitatori.
Rientrano inoltre in questa prospettiva la formazione del personale addetto alle attività educative, dei percorsi museali, della promozione e della comunicazione esterna.
Dal 2000 è attivo il Sistema Museale di San Miniato. Si tratta di una rete di poli espositivi, uniti tra di loro in un percorso che coinvolge la città e permette di apprezzarne non solo la ricchezza di collezioni d’arte, istituzioni culturali, edifici civili e religiosi, ma anche la struttura urbana ed il paesaggio.
Il Sistema museale include edifici e collezioni di proprietà dell’Amministrazione Comunale (Rocca Federiciana, Palazzo Comunale,
Museo dell’area archeologica di San Genesio, MuMe – Museo della Memoria), della Diocesi di San Miniato (Museo Diocesano d’Arte Sacra e Via Angelica, con le cappelle di S. Urbano e di San Pietro), dell’Arciconfraternita della Misericordia (collezione della Misericordia), della Fondazione Conservatorio di Santa Chiara (Museo di S. Chiara) e dell’Accademia degli Euteleti (sede e collezioni).
La Cooperativa Sociale La Pietra d’Angolo, socio del Consorzio Co&So Empoli, opera in concessione dal 1/10/2017 sulla Rete dei Musei Civici di proprietà del Comune.
L’affidamento in concessione al Consorzio e il successivo contratto interno di affidamento alla cooperativa ha comportato un sostanziale cambio di rotta nella formulazione delle attività e nella tipologia di impegno che gli operatori museali hanno messo e stanno mettendo in campo. Sono state sviluppate già alcune progettualità volte alla valorizzazione delle specificità dei diversi musei e soprattutto è in atto un tentativo, peraltro fruttuoso, di allargare e diversificare il pubblico. Quel che si vuol massimizzare è sia l’inserimento nel contesto riferito nel paragrafo precedente, sia la possibilità di armonizzare tutti i servizi che la cooperativa eroga e le professionalità coinvolte, principalmente il settore di assistenza anziani (RSA Meacci), disabili (Casa Famiglia Caritas), immigrazione(alcuni centri di accoglienza). Una cooperativa che opera prevalentemente nel sociale e nell’assistenza che sia in grado di potenziare il settore culturale e turistico del territorio è il maggior stimolo che questo progetto ci offre.
I Musei della Rete
La rete dei musei civici di San Miniato comprende cinque distinti poli museali piuttosto diversi sia come specificità dell’offerta sia come localizzazione geografica.
Museo |
Località |
Descrizione |
Museo didattico sulla Civiltà della Scrittura |
Pensato soprattutto come un laboratorio permanente destinato agli studenti della scuola primaria e secondaria inferiore, il Museo didattico sulla Civiltà della Scrittura consente di farsi un´idea tanto dell´uso della scrittura nella vita quotidiana dell´età antica quanto dei supporti utilizzati sino ai giorni nostri. A un percorso didattico sulla storia dei supporti, dei segni, delle scritture e degli alfabeti, si affiancano laboratori specifici che approfondiscono la scrittura egizia, quella etrusca, lo scriptorium medievale, la stampa con il torchio. Due sezioni specifiche sono dedicate alla storia del numero e ai sistemi antichi di misurazione del tempo, dove è possibile osservare le riproduzioni dello gnomone, della meridiana, dello scafos, del merkhet e della clessidra e sperimentarne il funzionamento. |
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Museo del Palazzo Comunale |
Il Palazzo Comunale fu eretto alla fine del XIII secolo come residenza dei Dodici Difensori del Popolo. Degna di nota è l´ex Sala del Consiglio, oggi detta Sala delle Sette Virtù che conserva un affresco raffigurante la Madonna attribuito a Cenni di Francesco di Ser Cenni (1393). Nel 1928 Galli Angelini eseguì altri affreschi nell´odierna Sala Consiliare. Al piano terra del Palazzo Comunale fu costruito l´Oratorio del Loretino. Questo divenne importante luogo di culto quando, a partire dal 1399, custodì la venerata immagine del SS. Crocifisso che nel 1718 fu trasferita nel santuario ad essa dedicato. Al suo posto venne collocata la Madonna di Loreto da cui deriva il nome odierno dell´Oratorio. Un ciclo di affreschi del XV secolo decora le pareti mentre un sontuoso tabernacolo ligneo del 1529 occupa la parete di fondo. |
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Museo dell’area archeologica di San Genesio |
Il museo, ubicato tra le località di Ponte a Elsa e La Scala, presso l´area archeologica di San Genesio di cui assicura la visita, conserva e espone i reperti archeologici e i dati scientifici, frutto delle ricerche multidisciplinari, condotte a partire dal 2001 dall´Università di Pisa. In un efficace e flessibile allestimento sono esposti gli oggetti archeologici che documentano l´intero arco di vita e le complesse trasformazioni strutturali e funzionali dell´insediamento sorto in corrispondenza della viabilità antica e in seguito sul percorso della via Francigena. A San Genesio è condensata, con maggiore continuità documentaria e con notevole ricchezza di informazioni, l´intera vita di un centro abitato, dal III-II secolo a. C. fino al XIV-XV secolo. Tra i pochi ma significativi documenti delle fasi più antiche è notevole il cippo funerario etrusco, reimpiegato nelle fondazioni della pieve romanica che, insieme alla necropoli di Fontevivo ed altri recenti rinvenimenti, contribuisce a disegnare la topografia della zona in età etrusca e romana. Più numerosi dati e reperti archeologici restituiscono la fisionomia di un abitato (il vicus Wallari dell´VIII secolo), sorto su una precedente necropoli del VI secolo e impegnato in produzioni di ceramiche e complementi metallici dell´abbigliamento. Ma uno degli aspetti di maggior interesse è certamente la nascita e l´evoluzione del suo polo religioso, a partire da un piccolo edificio sacro, sorto per trasformazione di un originaria torre interpretata come complemento strutturale, insieme al fossato difensivo, della curtis del marchese di Tuscia nota dalle fonti scritte. Da questo primo nucleo insediativo prenderà origine il burgum Sancti Genesii di cui i dati archeologici descrivono l´intero arco di vita, dalla fondazione e sviluppo della sua grande pieve e della relativa area cimiteriale, alla deliberata e radicale distruzione dell´intero insediamento verso la metà del XIII secolo da parte dei samminiatesi. Una quantità di oggetti in ceramica, metallo, vetro e pietra, sia di produzione locale ma anche frutto di commerci mediterranei a lungo raggio, tra cui numerose monete databili da età repubblicana al Medioevo, raccontano gli antecedenti, la nascita, la vita e la morte dell´insediamento bassomedievale e dei suoi abitanti. |
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Rocca Federiciana |
Tra il 1217 e il 1223, sulla sommità del colle di San Miniato, a completamento del complesso fortificato, Federico II fece costruire una rocca, diventata nel corso dei secoli simbolo della città. Adibita anche a luogo di detenzione per prigionieri politici, si tramanda che vi fosse rinchiuso Pier delle Vigne, già segretario dell´imperatore Federico II. La rocca mantenne la funzione di fortezza fino al 1530, quando fu abbandonata e il terreno circostante fu acquistato dal naturalista Michele Mercati, archiatra pontificio, che vi edificò la propria residenza. Minata e completamente abbattuta dai Tedeschi nell´estate del 1944, è stata fedelmente ricostruita nel 1958. La torre era alta circa 37 metri e si concludeva con un coronamento di colonne cilindriche di mattoni, sull´esempio dei pinnacoli dei campanili siciliani. Queste caratteristiche, insieme agli archetti ciechi ogivali, hanno fatto pensare all´intervento diretto di maestranze siciliane nella costruzione della torre. Dalla sua sommità è godibile uno straordinario panorama che va dai tetti e dalle chiese di San Miniato fino al Valdarno, alle colline volterrane, agli Appennini, al mare. |
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MUME – Museo della Memoria | San Miniato – Centro Storico |
L’obiettivo principale del Museo della Memoria di San Miniato è la conservazione della memoria e dei valori della comunità locale. La collezione, in particolare, si concentra sulla storia della seconda guerra mondiale e raccoglie ricordi, lettere, immagini e video-ricordi dei cittadini di San Miniato che hanno deciso di raccontare la loro storia e il coinvolgimento personale legato a questi eventi. Comprende inoltre documenti dell’Archivio storico del Comune, raccolte fotografiche di Cesare Barzacchi e l’archivio fotografico della famiglia Gallerini. Il museo ospita cinque dipinti di Dilvo Lotti, un rinomato artista locale che ha descritto la vita di tutti i giorni durante il regime fascista. I visitatori possono interagire con dispositivi multimediali creati con la collaborazione della Scuola Normale Superiore di Pisa, facilitandoli alla visita. Il fil rouge del museo è il tema della ferita, la ferita prodotta dalla guerra nella memoria della comunità, la ferita che ha continuato a influenzare il presente del territorio. Il tema principale è ciò che è stato anche voluto riprodurre nel logo. Il museo vuole mantenere viva la storia delle persone che hanno vissuto la seconda guerra mondiale attraverso i numerosi eventi nella città di San Miniato. Vuole anche contribuire alla protezione della memoria storica e promuovere una cultura della pace attiva e consapevole. |
English Version
The “Valdarno di Sotto Museal System”, of which are parte the museums of Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli in Val d’Arno, San Miniato and Santa Maria a Monte, has been institued in 2007, with the support of Regione Toscana and Provincia di Pisa, with the objective of coordinating and intregrating their own activities, to make more efficent and incisive the functions of education, awareness and valorization of archeologic, historic, artistic and naturalistic heritage to local communities and visitors.
Within this policy are included the training for the staff at the educational activities, at museal path, at promotion and communication tasks.
The San Miniato Museal System is born in 2000. It’s made of a network of exhibition places, linked by a route that involves the city and allows to appreciate not only the art collections, cultural institutions, civil and religious palaces, but also the urban and land scapes.
The Museal System includes buildings and collections owned by Municipality (Rocca Federiciana, Palazzo Comunale, Museo dell’Area Archeologica di San Genesio, MuMe – Museo della Memoria), by Bishopric of San Miniato (Museo Diocesano d’Arte Sacra e Via Angelica, with the chapels of Sant’Urbano and San Pietro), by Arciconfraternita della Misericordia (Misericordia Collection), by the Fundation of Conservatorio di Santa Chiara (Santa Chiara Museum) and by Accademia degli Euteleti (main office and collections).
Cooperativa Sociale La Pietra d’Angolo, as member of Consorzio Co&So Empoli, works in concession since Octorber 2017 on Civic Museums Network, property of Municipality.
This concession giving to Consorzio and the following internal agreement with La Pietra d’Angolo meant an essential drive changing for the activity design and for the tipology of the operator’s role still in progress.
Many actions have been implemented, aimed to the valorization of the diverse museums’ characteristic, evenmore, the challenge for the next future, since the results are positive so far, is to extenting, engaging and targeting the audience.
What we wanto to maximize is both fill in of quality contents the previous context and to harmonizing it with all the services already erogated by our organization to the usual sectors: Elder assistance, handicap, diversity.
The vision is the following: a Cooperative Organization primarily active in the fields of welfare able to empower the local cultural and touristic sectors.
The Museums Network
The Museums Network The San Miniato Civic Museums Network includes five different social poles, differentiated by the offer and by the localization.
Museum | Place | Content |
Culture of Scripture Didactic Museum |
San Miniato Basso |
Essentially thought as a permanent workshop for the primary and secondary school students, the museum permits to acquise knowledge about the various uses of writing in the daily life from the ancient age until today. Beside the didactic path on the history of the supports, symbols, scriptures and alphabets, the workshops are thought for getting deeper in the Ancient Aegyptian and Etrurian scripture, Medieval’s Scripturium, Press Printing. Two specific sections are dedicated to the history of numbers and to the old tools of time measurement, as gnomone, meridiana, scafos, merkhet and clessidra, and to experiment their functions too. |
Palazzo Comunale Museum |
San Miniato – Centro Storico |
The Palazzo Comunale (Municipal Palace) was build at the end of XII century as residence of the Dodici Difensori del Popolo (Twelve People’s Defensors). Remarkable is the former Council Hall, called today Sala delle Sette Virtù (Hall of the seven virtues) that conserves an affresco, reproducing Virgin Mary, attribuited to Cenni di Francesco di Ser Cenni (1393). In 1928, Galli Angelini executed other affrescos inside the actual Council Hall. At groud floor is located the Oratorio del Loretino. This became an important cult place when, since 1399, holded the venerated image of the Holy Crucifix, transferred in 1718 to the just built omonym sanctuary, now in front, upper to the stairway. On it place is now collocated the Virgin of Loreto, to which the today name belongs. One cycle of affresco decors the walls, while a sumptuous wooden tabernacle stands on the bottom wall. |
San Genesio Archeological Area Museum |
Loc. Vico Wallary |
The Museum, located between the towns of Ponte a Elsa and La Scala, nearby the Archelogical Area of San Genesio, of which ensures the visit, conserves and exhibits the archelogic relics and the scientific reports, outcomes of the transectorial researches, started since 2001 by the University of Pisa. In a smart and flexible set up, are exhibited the archeologic tokens, documenting the entire life cycle and the complex transformations (structural and functional) of the settlement born in relation with the ancient mobility routes and subsequently on Via Francigena. In San Genesio is concentrated, with the support of a deep level of scientific accuracy, the whole milieu of a human settlement from III-II century BC to XIV-XV AC. Among the few but meaningful documents of the eldest ages is remarkable the etruscan funeral stone, re-used as log for the foundation of the romanic church which, together with the necropolis of Fontevivo and newer finds, contributes to draw the areal in the age Etruscan-Roman. More are data and archeological finds give back the figura of a settlement (the Vicus Wallari in VIII century), born upon an older necropolis of the VI c., focused on the Ceramic Production and Metal Accessory Apparel. Nevertheless, one of the most interesting aspect is the born and the evolution of the religious pole, beginning from a small religious building, created from the transformation of a tower originarilly built as structural complement, together with the defense gap, owned by the Marquis of Tuscia, as sources quote. From this first settle core will take origin Burgum Sancti Genesii, of which the testimonies describe the whole life, from it foundation and the development of its big church (with the annexed buries) until the wanted and radical destruction around the half of XIII century from the inhabitants of San Miniato. A vast collection of ceramics, metals, glasses and stones, local but also imported through the old commercial ways (among them many coins, datable in various ages) tells about the offsprings, the birth, the life and the death of the borough and of its inhabitants. |
Rocca Federiciana |
San Miniato – Centro Storico |
Between 1217 and 1223, on the edge of San Miniato Hill, for the complishment of the fortress, Frederic the 2nd made build a tower, which became during the centuries the symbol of the city. Used also as jail for politic prisoners, the legend tells that Pier delle Vigne (already secretary of Frederic the 2nd) has been holded here. The tower kept its function of fortress until 1530, when it was abandoned, and the territory around was bought by the naturalist Michele Mercati, Vatican Officer, who built here his residence. Mined and completely destroyed from German Army during the summer of 1944, it has been built back as the original one in 1958. The tower was tall around 37 meters and it ended with a crown of cylindric columns in bricks, made on the example of the pinnacles of the sicilian towerbells. These characteristics, together with the eggshaped blind little arks, made the experts think to the direct intervention of sicialian masters during the construction. From its top is enjoyable an extraordinay landscape, which goes from the roofs and from the churches of San Miniato to the Valdarno Valley, to the hills of Volterra until the sea. |
The first objective of Museo della Memoria di San Miniato (MuMe) is the conservation of memory and of values of the local community. The collection, in particular, is focused on the history of the 2nd WW and it collects memories, letters, video-diaries of the citizens of San Miniato that dediced to tell their story and their personal engagement linked to this happenings. It also contains documents coming from the municipal archive, photo collections of Cesare Barzacchi and the photo archive of Gallerini Family. The museu also hosts five paintings of Dilvo Lotti, wellknown local artist, who described the daily life during the fascist regime. The visitors can interact with multimedial devices, created with the collaboration of Scuola Normale Superiore of Pisa which allows them an easier visit. The museum’s fil rouge is the concept of hurt, made by war in the community memory, the hurt that keeps influencing the present of this territory. This main concept is what has been wanted to reproduce inside the logo too. The museum wants to keep alive the story of people living inside a war context, through the many events of the city. It wants also to contribute to the historic memory conservation, and promote the culture of peace, active and aware. |